Ulcere venose degli arti inferiori: perché compaiono e come l’ossigeno-ozono terapia può aiutare la guarigione
Le lesioni trofiche delle gambe non sono rare: riguardano circa lo 0,8–1% della popolazione e arrivano fino al 3,6% nelle persone oltre i 65 anni.
Tra queste, le ulcere venose sono le più frequenti (65–70%), seguite da quelle arteriose e dalle forme miste.
La buona notizia?
Oggi abbiamo strumenti in più per curarle e favorirne la chiusura, tra cui l’ossigeno-ozono terapia.
Che cosa sono le ulcere venose e perché compaiono
Le ulcere venose si sviluppano quando la circolazione di ritorno delle gambe non funziona correttamente: le valvole venose non riescono a chiudersi in modo efficace e il sangue tende a ristagnare.
Questa condizione, chiamata stasi venosa, riduce l’apporto di ossigeno ai tessuti e compromette la capacità della pelle di rigenerarsi.
Con il tempo, la cute si assottiglia, diventa lucida e fragile, fino a lesionarsi: è così che compare l’ulcera, tipicamente localizzata nel terzo inferiore della gamba.
Senza un trattamento adeguato, la ferita può estendersi e andare incontro a complicanze, come infezioni locali o ritardi di cicatrizzazione.
Il contesto: quando le vene si ammalano
Le malattie delle vene comprendono quadri come varici e flebiti.
La flebite può essere superficiale o profonda (tvp): si manifesta con dolore, rossore, gonfiore e calore, e può avere conseguenze rilevanti.
Tutti questi fattori, se non gestiti, aumentano il rischio che la pelle soffra e si ulceri.
L'ossigeno-ozono terapia è efficace per curare le ulcere venose?
Assolutamenti sì. La miscela di ossigeno e ozono (O₂–O₃) non è un farmaco aggiuntivo ma un supporto biologico alla guarigione: ha effetti antinfiammatori e antiossidanti, migliora i processi energetici cellulari e favorisce i meccanismi di vasodilatazione e vasocostrizione. Inoltre, modula fattori di crescita (come VEGF e PDGF) utili a stimolare angiogenesi e rigenerazione dei tessuti.
Tradotto: più ossigeno dove serve, meno infiammazione e un terreno biologico più favorevole alla guarigione dell’ulcera.
Come si applica l’ossigeno-ozono
Il percorso è personalizzato e può combinare approcci locali e sistemici:
- “Sacchetto con valvola”: dopo una detersione accurata (soluzione fisiologica o acqua ozonizzata), si crea un’atmosfera di O₂–O₃ intorno alla lesione per 20–30 minuti, due volte a settimana (a giorni alterni nelle ulcere da decubito).
- Iniezioni mirate: sottocutanee peri-lesionali (intorno all’ulcera) e peri-vasali (lungo le vene coinvolte).
- GAEI (grande autoemoinfusione): 150 ml di sangue ozonizzato e reinfuso nella stessa vena; una seduta dura circa 30 minuti.
Il medico sceglie modalità e combinazioni in base all’estensione della lesione, allo stato della cute e alle condizioni generali del paziente.
Le ulcere venose sono la tipologia più comune di lesione trofica delle gambe e tendono a peggiorare se trascurate.
L’ossigeno-ozono terapia aiuta a migliorare l’ambiente della ferita (meno carica microbica, più ossigeno, più fattori pro-riparativi) e può accelerare la guarigione, soprattutto se integrata con le altre misure indicate dallo specialista.
Un approccio mirato e continuativo fa davvero la differenza.